Nella grande piana di Catania, circondata dai suoi vasti agrumeti il cui prodotti vengono esportati in tutt’Europa, c’è l’antica città di Palagonia, 16.500 abitanti circa, fondata dai romani circa 2500 anni fa, in un territorio comunque dove l’uomo si era insediato fin dalla preistoria, testimoniato dal ritrovamento di epoca paleolitica nei suoi pressi.

“Palica”, com’era conosciuta anticamente prima di trasformarsi in Palagonia, sorge in epoca romana e bizantina attorno ad una serie di masserie e ad un monastero di rito greco sparse nel suo territorio.

Di questo periodo rimangono tracce nell’oratorio bizantino di Coste di Santa Febronia, una chiesetta del VI-VII secolo interamente scavata nella roccia e nella piccolissima basilica paleocristiana di San Giovanni, del periodo tardo-imperiale.

 

 

Con l’arrivo dei normanni a cavallo del millennio, il piccolo borgo, che prima non era che un casale rurale protetto da un castello, si consolida e viene infeudato e ripopolato e nei secoli successivi trasferito da una signoria all’altra, fin quando a metà del ‘500 ed a fine ‘600 viene distrutto dal terremoto.

 

Risalgono a questi tragici eventi la fondazione della chiesa del Crocefisso, dopo la distruzione delle altre chiese, del “Palazzo”,  della fontana di san Gerolamo nell’attuale “piazza vecchia”, della colonna con Santa Febronia vicino la chiesa della Madonna di Trapani e l’istituzione della festa che si tiene l’11 gennaio di ogni anno per commemorare i morti.

 

Con le lotte per la proprietà terriera dell’otto e novecento, Palagonia è entrata nella modernità, subendo notevoli trasformazioni, con l’installazione dei nuovi impianti di aranceti che hanno portato benessere e ricchezza tra gli abitanti del paese.

 

Tra la fine dell’Ottocento e i primi anni del Novecento furono edificati alcuni palazzi di notevole pregio architettonico in stile neoclassico e liberty, tra cui Palazzo Ponte casa dell’omonima famiglia del fondatore della prima cattedra in vulcanologia d’Europa, ove tra l’altro aveva sede un osservatorio geodinamico; Palazzo Blandini, sede del museo comunale; Palazzo Politini e Palazzo Blandini.

 

palagonia

 

Il principale monumento della città è l’Eremo bizantino di Santa Febronia, una chiesa rupestre interamente scavata nella roccia del VI secolo probabilmente ricavato da una precedente tomba preistorica, con molti affreschi di epoche diverse; nel pavimento della chiesa c’è una fossa per il battesimo ad immersione, successivamente trasformato in essiccatoio.

 

Ogni anno a Palagonia si svolge una grande processione in cui la reliquia di Santa Febronia, patrona della città, soprannominata “a’ Santuzza” viene portata fino all’eremo.

 

Con l’impianto degli agrumeti, già esistenti alla fine del XVI secolo, vennero scavati dei pozzi per trovare l’acqua necessaria  per irrigarli durante le torride estati siciliane.

Intorno ai pozzi vennero costruite delle strutture, come il pozzo Blandini che con i suoi oltre sei metri di altezza domina la piana circostante e che all’esterno aveva una“noria”, un congegno azionato da animali per il sollevamento dell’acqua.

Tra le manifestazioni che vengono organizzate a Palagonia, oltre alla Festa Patronale di Santa Febronia, con le sue processioni diurne e notturne, ci sono anche Fiera d’Ottobre, più conosciuta come “Fiera di Belvedere”, la “Festa di Santa Lucia”, quando la tradizione impone la preparazione della “cuccìa”, la tipica minestra a base di ceci e frumento, condita solo con olio d’oliva e priva di sale e l’accensione dei falò.

Ma anche la Sagra dell’Arancia a polpa rossa, il prodotto principale del paese, quando vengono organizzate iniziative tra il turistico, il culturale ed il gastronomico per mettere in mostra ed in vendita il loro dolce e succoso prodotto.

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